
ANIMAL
WELFARE
Ricerca sul comportamento ed il benessere degli animali
AMBITO.
REFERENTE PROGETTO

DOTTORANDA

RICERCATORE COLLABORATORE
La ricerca sul benessere degli animali nei giardini zoologici è spesso compromessa da campioni di piccole dimensioni: se da una parte è utile monitorare per lunghi periodi di tempo le diverse specie al fine di vederne i cambiamenti comportamentali nel tempo, dall’altra risulta fondamentale aumentare il numero di animali monitorati, coinvolgendo in una particolare ricerca il maggior numero di istituzioni zoologiche, per osservarne anche la variabilità individuale.
La Fondazione Zoom, sta portando avanti diversi studi multizoo su differenti specie al fine di supportare con i dati le organizzazioni di tutela, delle stesse specie, in natura.
Gli ambiti di ricerca:
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Studi comportamentali
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Dinamiche sociali e comunicazione
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Studi fisiologici
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Studi genetici
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Ricerche sull'impatto dell'inquinamento e del cambiamento climatico su salute e comportamento
STUDI AVVIATI.
In collaborazione con altri zoo europei, al fine di aver il maggior numero di dati, sono in corso diversi studi, in particolare:
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Siamanghi
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Analisi acustiche e comportamentali: è stata cofinanziata n. 1 borsa di studio per la frequenza del Corso di Dottorato di Ricerca in Scienze Biologiche e Biotecnologie Applicate ciclo XXXIX, della durata di 3 anni, sulla seguente tematica di ricerca: “Interactive singing as promotor of individual acoustic rhythms” (dottoranda: Lia Laffi - Professore referente: Marco Gamba)
Questo progetto esplora la ritmicità nei loro comportamenti vocali e locomotori, indagando la relazione tra canto e movimento. Un aspetto particolarmente interessante è la co-occorrenza tra canto e brachiazione, che potrebbe amplificare l’intensità vocale grazie all’attivazione simultanea dei muscoli del tronco. -
Analisi comportamentali: Il nostro progetto di ricerca nei bioparchi si concentra sull’osservazione a lungo termine del comportamento sociale di un gruppo familiare, analizzando come le relazioni tra individui cambino con la crescita, le nuove nascite e l’ambiente esterno (come la presenza di visitatori o le variazioni climatiche). A supporto, è stato integrato un monitoraggio endocrino non invasivo (cortisolo salivare) per valutare l’impatto fisiologico degli stimoli ambientali. Questo approccio multidimensionale fornisce dati fondamentali per migliorare il benessere animale e la gestione nei programmi di conservazione ex situ.
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Pinguini: secondo le priorità di ricerca sui pinguini africani (Spheniscus demersus), specie altamente minacciata ed in veloce declino, in collaborazione con il SANCCOB e differenti università nazionali, la Fondazione Zoom sta portando avanti le seguenti ricerche:
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Studio sulla muta e l’impatto sul comportamento: Il pinguino africano affronta ogni anno una muta catastrofica, durante la quale perde completamente il piumaggio per rinnovarne le funzioni isolanti e impermeabili. In questa fase non può nuotare né alimentarsi, perdendo fino al 40% della massa corporea. La muta avviene in tre fasi (pre-muta, muta, post-muta) ed è influenzata da dieta e condizioni ambientali. Per sopravvivere, i pinguini accumulano riserve di grasso nei mesi precedenti. La scarsità di cibo, dovuta alla pesca intensiva di sardine e acciughe, ostacola questo processo, compromettendo sopravvivenza e riproduzione.
Oggi il pinguino africano è classificato critically endangered (IUCN, 2024), con un declino drammatico della popolazione: -73% in Sudafrica in 30 anni. Studiare e proteggere il processo di muta è cruciale per la conservazione della specie. -
Studio dei piccoli per comprendere l’ontogenesi del comportamento: lo studio analizza i comportamenti sociali dei pulcini di pinguino africano cresciuti con i genitori o con alimentazione assistita, valutando come si integrano nel gruppo. Nel corso di due anni, verranno monitorate tre fasi della crescita: pulcini appena nati, giovani di un anno e sub-adulti.
L’obiettivo è capire se e come il tipo di management influenzi il comportamento, le interazioni sociali e lo sviluppo complessivo degli individui. -
Studio sulle reti sociali: questo studio indaga come l’inserimento di nuovi individui influenzi le dinamiche sociali già esistenti e se fattori come la personalità o l’affinità genetica, determinino la formazione di “amicizie” tra pinguini.
L’obiettivo è comprendere se esistano schemi sociali ricorrenti e se questi si ritrovino anche nelle colonie in natura.
Analizzare le reti sociali nei gruppi in cattività può offrire dunque strumenti utili per migliorare il benessere e la gestione degli individui, oltre a fornire dati utili per la conservazione della specie. -
Studio delle diverse dinamiche comportamentali, in collaborazione con diversi enti accademici e con il supporto dell’EAZA (European association of Zoo and Aquaria): il progetto analizza il comportamento anche in relazione alle dinamiche ambientali in collaborazione con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco – Ornella Abollino, Agnese Giacomino.
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Ricerca genetica: I programmi di riproduzione ex situ mirano a conservare la diversità genetica delle specie (almeno il 90% della diversità genetica per 100 anni, garantendo il potenziale evolutivo). Poiché la diversità genetica si riduce a ogni generazione, perché non tutti gli alleli vengono trasmessi, la ricerca genetica consente di rallentare questa perdita, ridurre la pressione selettiva e sostenere la sopravvivenza delle popolazioni nel lungo periodo.
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Studio sull’aspergillosi in collaborazione con l’Università di Torino – Dipartimento di Scienze veterinarie (settore parassitologia) - Andrea Peano
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Studio sulla malaria in collaborazione con l’Università di Bari e lo zoo di Pistoia - Antonio Camarda
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Studio sulle vocalizzazioni dei pinguini africani e le diverse dinamiche in
collaborazione con l’Università di Torino – Dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi – Livio Favaro
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Felini:
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Studi sulle dinamiche comportamentali e sociali in gruppi di felini in ambiente controllato: le specie felini sono state considerate per anni per lo più solitarie, ad eccezione dei leoni. Le recenti tecnologie di monitoraggio come le fototrappole e il radiotracking ci stanno permettendo di documentare sempre più eccezioni a tale ipotesi, mostrando che non solo i leoni sono felini sociali. La riduzione degli habitat, sta portando infatti sempre piu’ individui ad aggregarsi e/o a rimanere insieme anche da adulti, cioè superata la fase giovanile, fase in cui generalmente stanno insieme. L’obiettivo è dunque studiare dunque la socialità e il comportamento di diverse specie di felini (oggi poco indagate), grazie allo studio di gruppi presenti in differenti strutture zoologiche – in collaborazione con Giovanni Quintavalle Pastorino Arbocò
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Lemuri:
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Studi sulle dinamiche comportamentali e riproduttive, in collaborazione con l’Università di Torino – Dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi e il Dipartimento di Scienze veterinarie Patrizia Ponzio - Elisabetta Macchi
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PARTNER.













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